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26 febbraio 2025

Contro la defenomenizzazione del mondo

Professore Salvatore Lavecchia 

Das Goetheanum Gegen die Entphaenomenalisierung der Welt

Questo libro esercita una critica fenomenologica e quindi radicale del metodo dominante nella ricerca scientifica e del corrispondente concetto di scientificità.

Viene con diritto criticata l'ipotesi che il mondo esterno, sensibilmente percepibile, o il mondo interno possano essere trasferiti nell'astrazione per mezzo di segni come schemi astratti, simboli, algoritmi o strutture logico-matematiche (§ 5). In questa prospettiva, i fenomeni di coscienza sono ridotti a mera dinamica matematica, cosicché è esclusa ogni dimensione realmente attiva dell'io nell'incontro con il mondo. Così, il linguaggio, il logos dell'anima, non può più essere unito al logos della natura. In questo modo si presuppone un mondo puramente esterno e oggettivo, dal cui effetto determinante si produce, per così dire, l'attività dell'io cosciente. Questa attività è vista così solo come il risultato del passato e mai come un'attività che crea realmente il presente e il futuro. Gli sviluppi più recenti della fisica quantistica e della biologia molecolare hanno esacerbato questa situazione: la fisica quantistica ha oltrepassato la soglia della visibilità, incrementando solamente l'osservazione puramente logico-matematica dei fenomeni. Da ciò si è sviluppato un mondo senza soggetto e senza oggetto. Sulla base della fisica quantistica – e quindi del metodo probabilistico – la biologia molecolare prevalente riduce a sua volta tutti i fenomeni della vita a proprietà fisiche e gli organismi a meccanismi (§§ 27-49). In questo modo, la realtà diventa funzione delle descrizioni puramente materialistiche ottenute al di fuori della sfera della percezione. Sorge così una metafisica: una scienza che riguarda letteralmente le cose al di là (meta) del fisico, della natura (physis). Tuttavia, resta da chiedersi se questo al di là significhi, dopo tutto, un al di qua. Perché le cose subatomiche, così come vengono intese, non sono in realtà al di là, ma al di qua del fisicamente percepibile! La scienza qui implicata porta quindi a una defenomenizzazione della realtà (§ 42). Attraverso l'integrazione pervasiva dell'intelligenza artificiale, tale dinamica culmina negli sviluppi più recenti della biologia sintetica, che vorrebbe programmare le cellule – e in definitiva l'intero essere umano? –come se fossero computer (§ 44).

Questa dinamica vorrebbe spegnere o allineare l'io e comprendere la natura vivente come se un'opera d'arte potesse essere compresa solo sulla base delle leggi fisico chimiche, in modo che la natura sia degradata a un prodotto del passato elaborato algoritmicamente che può sempre essere, per così dire, localizzato e monitorato spazialmente. Al contrario, il libro sostiene un approccio che, in continuità con Husserl, vuole considerare ogni percezione come originaria, non riproducibile e quindi un “adesso” non calcolabile (§§ 8 e 51). In questo adesso, che costituisce la soglia di un'esperienza feconda del tempo, l'io non crea una sintesi di atomi sensoriali, ma un senso (Sinn), cioè sempre una totalità che non può essere frammentata (§ 18). In questo modo, il tempo non diventa qualcosa che si svolge tra un prima e un dopo, ma scorre tra il tutto e le parti, tra l'idea e il fenomeno, e libera la percezione dalla staticità spaziale (§ 54). Di fronte a questo orizzonte, la conoscenza, in accordo con l'opera di Steiner, diventa solo il presente, il suo evento possibile adesso, in cui l'io percipiente e pensante, al di là dell'oggettività e della soggettività, può unire la manifestazione e l'essenza in una totalità coerente in relazione al mondo (§ 74).

Centro generativo

Di conseguenza, la vera scientificità sarà raggiunta solo se la scienza prenderà sul serio l'io conoscente come un centro generativo inesauribile e così essa potrà "riconoscerà l'unico punto nel quale percezione e concetto coincidono e in cui possiamo cogliere immediatamente la realtà nella sua completezza. Tale punto consiste nella percezione dell'Io nel pensiero puro, dove la percezione stessa è costituita dal pensare l'attività logica del pensare stesso. In questa esperienza viene superata la dicotomia tra pensiero e percezione, tra soggetto e oggetto. ". (§ 85) Va qui sottolineato in modo costruttivo che il superamento della dicotomia di cui sopra, e quindi dell'ideale efficacemente formulato in questo libro, diventerà sempre più presente se prenderemo finalmente sul serio l'approfondimento dell'organismo dei sensi come “organismo dell'io” secondo il suggerimento di Steiner. Questo approfondimento, che presuppone come base il senso dell'Io, non il senso del tatto, costituisce la base per una vera comprensione dell'essere umano come essere libero e immaginativo, fino alla sua sana esperienza sensoriale, senza la quale nessuna esperienza del pensiero puro è possibile. L'approfondimento qui inteso renderebbe così sempre più comprensibile il motivo per cui questo libro culmina sottolineando la necessità dell'immaginazione "ultralogica" come modalità di coscienza adatta per una conoscenza autenticamente scientifica della vita (§ 120). Attraverso questo approfondimento, l'inesauribile potenziale per il futuro, che questo libro efficacemente indica, potrebbe trasformarsi sempre più in presente.

Laura Borghi, Daniele Nani: L'Aurora e il Centauro – Realtà e descrizione nell'era della tecnica, Editrice Antroposofica, Milano 2023. La recensione è stata scritta dal professor Salvatore Lavecchia per Das Goetheanum (17 Januar 2025) in occasione della pubblicazione per i tipi di Verlag am Goetheanum, Dornach 2024, della versione in lingua tedesca del libro Aurora und Zentaur – Wirklichkeit und Beschreibung in der Ära der Technik.


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